Sarà perché sono pur sempre un'insegnante, anche se "dismessa" come sono solita dire, ma per me è sempre stato importante seguire i miei figli nello studio, ed infatti per entrambi non scelsi il tempo pieno.
Essendo coinvolta in primissima persona nella loro avventura scolastica, ancor maggiormente nel caso del piccolo a causa dei suoi disturbi specifici di apprendimento, mi interrogo sul senso del fare i compiti.
Quanti, come? Sono proprio necessari tutti?
Sicuramente molti bambini senza problemi di DSA riescono a svolgere con facilità una mole di lavoro notevole, con genitori contenti, fortunati loro, ma altri, genitori e figli, felici non sono e difficoltà ne trovano... perché il discorso compiti accomuna tutti, in fin dei conti.
In ogni caso mio figlio ovviamente necessita di maggiore tempo per i compiti, per lo studio, ed anche di metodi personalizzati.
Quindi ho deciso che quest'anno studierà meno per studiare meglio.
Ho un mio progetto di lavoro.
Ritengo importante che impari e rafforzi alcuni aspetti della sua preparazione:
- La grammatica, ci sono nozioni, ad esempio di analisi grammaticale, importanti per il futuro scolastico, lui le possiede in modo confuso e quindi cercheremo di fissarle in mente.
- Apprendere terminologie specifiche, appropriate per le varie discipline, così avrà un bagaglio di parole che gli permetterà di orientarsi, memorizzare ed esporre con più sicurezza.
- Migliorare capacità fondamentali come quella di individuare le cause di un fatto e le sue conseguenze, stabilire semplici relazioni in ciò che studia, orientarsi sulla linea del tempo, sempre difficile e non solo per i ragazzi con DSA.
- Svolgere calcoli e problemi non velocemente e in grande quantità, ma comprendendo il metodo da utilizzare per giungere alla soluzione.
Insomma ho deciso di sfrondare il suo anno scolastico da ciò che non gli è utile.
Perché i suoi tempi sono lunghi, perché ha bisogno di pause frequenti e poi perché io sono convinta che per studiare bene ci voglia tempo, per tutti.
Chiarito questo a me stessa e a lui, via a lavorare con mappe mentali, schemi per evidenziare singolarmente ogni elemento da studiare,. anzi in cartoleria ho già acquistato cartoncini di tutti i colori da usare per visualizzare con chiarezza i vari argomenti, poi li appenderò per la casa, così li avrà sempre a portata d' occhi e di mente, questo metodo negli anni passati ci ha aiutati parecchio, oltre a colorare la casa.
Personalmente credo che una scuola meno ricca di nozioni, senza l'assillo del programma da svolgere sarebbe utile a tutti i ragazzi, ma oggi non è così ed allora mi dico che in fin dei conti i disturbi specifici di apprendimento di mio figlio, se per tanti aspetti gli rendono difficile la vita, gli consentono però di acquisire strategie di studio efficaci e soprattutto di prendersi il tempo necessario ad imparare, a riflettere, la più grande ricchezza, il miglior insegnamento da trarre dalla scuola.
Pensando questo immagino che la sua fatica sarà più lieve.
Che post interessante!
RispondiEliminaSai noi in realtà abbiamo fatto questo per i compiti delle vacanze, nel senso che abbiamo ripassato tutti gli argomenti ma per esempio non abbiamo fatto i milioni di operazioni e calcoli annessi concentrandoci invece sulla comprensione dell'argomento stesso.
Ci siamo soffermate molto sui problemi, tornando un po' al metodo dei primi anni delle elementari ( cerchiare i dati numerici, sottolineare le parole chiave e le domande) e vedo che Matilde li affronta con più sicurezza e meno fatica ( cerco se non sono tre o quattro problemi da svolgere uno dietro l'altro).
Ma volevo farti una domanda: "Tu parlerai di tutto questo con le insegnanti? Condividerai con loro questi tuoi progetti, incluso il fatto che terrai a casa Andrea da scuola qualche volta?".
Te lo chiedo perchè proprio stasera ho un colloquio con le maestre di Matilde e volevo presentare le nostre nuove schede per l'analisi dei verbi e ciò che abbiamo perfezionato durante l'estate. In questi casi non so mai quanto aprirmi e quanto condividere. Tu che sei un'insegnante, anche se "dismessa" come dici tu cosa ne pensi?
Le insegnanti di andrea sono molto disponibili e sensibili, tuttavia io generalmente non racconto loro proprio tutto, sanno che alcune volte i compiti scritti non vengono terminati per stanchezza, ad esempio, ma le sue assenze sono sempre imputate ad una sua "delicatezza dii salute". Anche con la logopedista eravamo concordi su questa pratica: Da ex insegnante so che parlare di riduzione del programma o di programmi alternativi, non sempre è gradito.
RispondiEliminaCiao