È stata una lunghissima assenza quella dal blog, dovuta al fatto che non solo la nuova esperienza nella scuola steineriana è stata intensa anche per noi genitori, in quanto si partecipa con molteplici attività alla vita della scuola:'laboratori di attività manuali, bazar, conferenze... , ma anche perché trattandosi di un nuovo mondo, ho desiderato prendermi tutto il tempo necessario per riflettere sul percorso scolastico che mio figlio stava compiendo sotto i nostri occhi.
Ed è solo dopo un anno che posso esprimere le mie prime conclusioni.
In primo luogo non c'è dubbio: questa scuola che integra la cura della spiritualità, dell'emotività del ragazzo con l'apprendimento culturale vero e proprio, si addice perfettamente al carattere di mio figlio, qui ha trovato uno spazio affettivo forte per cui la scuola è quasi diventata la sua seconda casa. Ha costruito un ottimo rapporto con compagni e compagne e sono nate nuove e tenere amicizie. Anche il rapporto con gli insegnanti è proficuo, basato sulla fiducia, il rispetto ed è scevro da ogni paura.
L'intero percorso di insegnamento, dove non troviamo nozioni su nozioni da ingurgitare, ma discipline affrontate nei loro elementi essenziali rispettando i tempi dei ragazzi, informazioni che vengono assimilate e poi ricordate anche perché l'osservazione diretta di ciò che ci circonda o il riferimento ad esperienze concrete sostituiscono il puro nozionismo del libro di testo, il ruolo essenziale attribuito alle discipline artistiche: acquarello, modellaggio, musica, intese come educazione dell'animo al senso del "bello", la presenza costante di attività manuali, dal ricamo al lavoro ai ferri alla falegnameria, che tanto aiutano a migliorare la coordinazione mano occhio, che mettono in gioco abilità manuali e nel contempo richiedono calcoli e misurazioni, tutto questo insieme ha portato ad ottimi risultati ed ad un grande aumento della fiducia che il ragazzo ha in sé.
Concretamente che cosa è accaduto?
In primo luogo ciò che è di immediata evidenza e che per noi genitori è stata fonte di grande sollievo e gioia, è che il mio ragazzo, ricordo che alla fine dello scorso anno presentava ai risultati dei test disgrafia, oggi ha invece una calligrafia che gli vale i complimenti dell'insegnante ed ovviamente dei genitori.
Come è stato possibile? Sicuramente il lavoro degli anni precedenti con la logopedista è stato determinante, ma oggi è scattato quel qualcosa che ha permesso un salto di qualità: la tranquillità con cui si permette ai ragazzi di scrivere, il rispetto dei tempi di ciascuno, senza affrettare il lavoro, l'accettare il risultato di ogni ragazzo senza giudicare, ma contemporaneamente quello stimolare al senso del bello, del lavoro ben fatto, sono stati un elemento importantissimo nelle nuove conquiste di mio figlio.
Dal punto di vista pratico, concreto mi sentirei di dare un piccolo consiglio a tutte le mamme che si trovano a lottare con la disgrafia dei figli: in questi mesi il mio ragazzo ha scritto molto, anche perché nella scuola steineriana non si usano libri di testo, ma ogni ragazzo scrive il proprio libro su grandi quaderni senza righe e lo illustra, ebbene ad ogni genitore io dico che é essenziale che il bambino scriva, importante è il rispetto dei suoi tempi, anche se possono parerci lunghi, lunghissimi ricordiamoci che non necessariamente un lavoro deve concludersi in breve termine, lasciamogli il tempo di scrivere e fermarsi quando é stanco, anzi anche un poco prima in modo che non abbia ad odiare ciò che fa, ma anzi evidenziamo quanto sta scrivendo bene anche se sarà solo un piccolo pezzetto di tutto ciò che dovrebbe fare, pensate a quale soddisfazione ne ricaverà ad avere scritto anche solo una o due frasi in una calligrafia gradevole, migliore di quella solita! Quale stimolo a migliorare!
Poiché lavoreremo con calma curiamo con attenzione l'impugnatura della penna e controlliamo che non vi siano tensioni nella spalla, nel braccio sino alla mano, si stancherà meno, inoltre io credo che alla contrattura corporea corrisponda una contrattura mentale e quindi dobbiamo cercare di agire per rilassare il suo corpo e la sua mente, interrompendo il lavoro se la tensione non diminuisce.
La cura per la posizione di scrittura e presa della penna non è fine al fatto che errate posture influiscono sulla stanchezza e sul risultato finale, ma così possiamo insegnare al bambino e al ragazzo l'importanza di ciò che sta realizzando che proprio in virtù del suo significato richiede concentrazione ed il rispetto di regole al fine di ottenere un risultato che intimamente ci soddisfi.
Ovviamente tutto deve essere adeguato all'età e al carattere del bambino: il tempo di attenzione di un bimbo di sei anni sarà limitato e così con un bambino o ragazzo particolarmente vivace sarà più difficile contenerlo a lungo in una posizione corretta, tuttavia con serenità dovremo indicargli la via corretta e a poco a poco, con tempi diversi, ognuno la raggiungerà
Aggiungo un ultimo consiglio, dettato dalla mia esperienza ovviamente, per migliorare postura e impugnatura nella scrittura è molto importante la scelta della penna e la migliore per noi è una tradizionale penna stilografica.
Può sembrare banale, ma la stilografica impone una presa corretta, implica una diversa pressione sul foglio rispetto alla comune biro o alla assai diffusa sferografica, scrivere con la stilografica inizialmente può apparire faticoso, ma in realtà si sforza meno la mano, il teatto corre più leggero e scorrevole e non ultimo il risultato finale è maggiormente personalizzato e gradevole, inestimabile fonte di soddisfazione per un disgrafico.
Voglio poi ricordare che se scrivere è faticoso a maggior ragione è necessario attribuirgli un significato: non deve mai essere un esercizio per tenere tranquilli i ragazzi, non serve ricopiare le frasi di un libro in modo meccanico e privo di finalità, il lavoro che si svolge deve interessare, incuriosire, stimolare i ragazzi che devono avere coscienza di svolgere un lavoro utile e "bello", perché per ciascuno sarà un gran risultato ammirare la propria pagina, creata con attenzione, amore e per questo unica ed irripetibile.
Per concludere, viviamo in tempi veloci dove la fretta è un imperativo, ma in questo anno ho potuto constatare che nell'apprendimento mai si elogierà a sufficienza il merito e la bellezza della lentezza.