Quando ci sono più figli ed uno di loro presenta un problema di disturbo di apprendimento, l'equilibrio dei rapporti famigliari può essere difficile da raggiungere.
Solitamente l'attenzione prestata ai figli viene ripartita in modo non sempre identico, ma considerando di volta in volta le necessità di ciascuno: talora si è maggiormente presenti con uno perché attraversa una fase in cui ha necessità di più cure, successivamente la situazione si ribalta ed è l'altro fratello o sorella ad essere seguito minuziosamente.
Un avvicendarsi continuo che permette a ciascuno di ricevere il necessario sostegno, proprio quando è necessario.
Ma quando uno dei figli ha un disturbo specifico di apprendimento, oppure un problema di ansia, emotività o altro, quanto si modifica questo meccanismo?
Nel nostro caso devo devo dire che negli anni passati il mio figlio minore, con i suoi problemi di disprassia, emotività, ansia ha certamente sottratto molte cure alla sorella maggiore, decisamente più sicura di sé.
Certo non si poteva fare diversamente, perché inevitabilmente il susseguirsi delle difficoltà con il piccolo, distoglievano dalla maggiore, che ovviamente non è stata abbandonata a se stessa, ma ha avuto un minore livello di attenzione.
Con lei ho affrontato spesso il discorso, spiegandole la situazione del fratellino e mia figlia, fortunatamente, ha compreso, anche perché alcuni compagni di scuola erano dislessici e quindi conosceva le loro difficoltà.
Tuttavia, come mamma, mi sono sempre sentita in difetto, colpevole di averle sottratto qualcosa.
Giunge però il momento in cui i rapporti mutano nuovamente. Quando anche il figlio che inizialmente aveva meno necessità del nostro supporto, si trova in una diversa e più complessa situazione: l'adolescenza, il passaggio ad un'altra scuola.
Ho potuto così verificare che in questa nuova realtà gli equilibri si spostano e si normalizzano: per quanto rilevanti siano i problemi, nel nostro caso del figlio minore, l'attenzione si sposta verso l'altro, verso quello che è sempre stato il "più forte", un cambiamento che avviene in modo istintivo all'interno della famiglia e porta a una nuova strutturazione dei legami.
Per uno dei figli diventa più importante magari la presenza paterna e per l'altro il consiglio della madre, oppure semplicemente quello che prima era più seguito si trova ad essere più libero, e questo,così è nel nostro caso, risulta essere positivo, perché si trasforma in un momento di crescita, di autonomia, un'occasione perché anche il figlio più "coccolato" maturi.
Questo sta accadendo nella mia famiglia in questi giorni, e dopo un primo momento di dubbio, di paura mi sto rendendo conto che è importante relativizzare i problemi di ansia, difficoltà scolastica di mio figlio, non solo perché oggi l'altra ha necessità di attenzione e sostegno, ma anche per lui, per permettergli di crescere, di assaporare quell'essere "normale" che consiste anche nel non trovarsi sempre al centro delle preoccupazioni di mamma e papà, nel sapere che le attenzioni sono ripartite, perché anche quella sorella o quel fratello che ti sono sempre sembrati più capaci di te, ebbene anche loro hanno bisogno di aiuto.
Anche questo io credo aiuti a crescere.
Ho letto con grande interesse questo tuo post perchè, nonostante i miei figli siano più piccoli e numerosi dei tuoi, mi ritrovo spesso a vivere i tuoi stessi dubbi. Anch'io credo che avere dei fratelli sia, anche in presenza di questi disturbi, una bella risorsa. Soprattutto per non incentrare eccessivamente l'attenzione sui problemi e vivere con maggior leggerezza. Quindi, ti capisco bene! Tra l'altro, sto scrivendo un post che tocca tangenzialmente anche questo aspetto, ma mi richiede parecchio a livello di tempo ed emotività, e lo pubblicherò credo la prossima settimana.
RispondiEliminaEd io passero a leggerti con molto interesse: Capisco bene quale sforzo emotivo sia scrivere di questi argomenti, che ci coinvolgono così direttamente!
RispondiElimina