giovedì 13 settembre 2012

Primo giorno di scuola per bambini con disturbo specifico di apprendimento. Ansie, paure e progetti.

Ogni anno quando si avvicina il primo giorno di scuola, la paura assale i genitori di  bambini con disturbo specifico di apprendimento.
Personalmente inizio a pensare al nuovo anno scolastico già all'avvio delle vacanze estive, via via sempre più spesso, sino al fatidico squillo.
Mio figlio frequenta la quinta elementare in una classe con maestre splendide, eppure puntualmente mi chiedo se e come sopravviverà ad interrogazioni, verifiche e se gli rimarrà un poco di tempo libero.

Dovrà studiare le regioni d'Italia, mi dico, e già immagino le domeniche trascorse sul libro di geografia a memorizzare città, laghi, fiumi. 
Tremo al pensiero della matematica, vedo e sento il tempo impiegato a "rincorrere" le espressioni, mio figlio presenta una disprassia  //www.aidee.it/disprassia.php e quindi, quando è stanco,generalmente  ben prima della conclusione dei compiti assegnati, "rincorre" la matematica: segni e numeri, sembrano scappargli un po' ovunque.
Mi chiedo quanti saranno i mal di pancia, i mal di testa per paura della verifica, dell'interrogazione. Questa mattina, secondo giorno di scuola, abbiamo avuto il primo in occasione dei test d'ingresso, di certo altri seguiranno.
E quante volte sarà demoralizzato e odierà la scuola? Tante, troppe.
Purtroppo è con l'ansia e l'insicurezza che i bambini con un disturbo specifico di apprendimento devono fare i conti: ogni giorno. 
Ai genitori il compito arduo di aiutarli.
Con questi pensieri mi scoraggio, ma ecco tornarmi alla mente una frase che anni fa mi disse la logopedista:

"Non partiamo da ciò che il bambino non sa fare, ma da ciò che sa fare".

Ogni bambino ha delle capacità, delle abilità e se continuiamo a pensare solamente a ciò che gli manca, a ciò che fa meno bene o con più difficoltà  non lo aiuteremo a sviluppare i suoi doni.

Così inizio ad immaginarmi il lavoro futuro: costruire con lui e per lui, schemi, mappe concettuali, mettere in evidenza argomenti, aiutarlo a costruire il suo percorso per apprendere e ripetere una lezione, per affrontare una verifica.
Talvolta il risultato è entusiasmante, tal altra un po' meno. 
Guardandomi indietro rivedo sì le difficoltà, la fatica, i tanti momenti di pianto, di crisi, ma la mia attenzione corre ai grandi progressi, alle conquiste del mio bambino, che oggi legge solo un po' più lentamente dei suoi compagni, scrive in modo molto più comprensibile che in passato, conta velocemente, anche se incolonnare numeri per lui continua ad essere una gran fatica.

Lo guardo e vedo un bambino capace di inventare bellissime storie.
Vedo un bambino capace di disegnare le creature della sua fantasia con passione e attenzione.
Vedo un bambino capace di cogliere e ricordare particolari a noi tutti sfuggiti.

Così penso che anche quest'anno riusciremo.


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