giovedì 20 settembre 2012

Mamma cos'è la dislessia? Allora sono dislessico?

La logopedia mio figlio l'ha conosciuta più o meno a quattro anni e mezzo, quando era ormai evidente che ulteriori progressi nell'acquisizione del linguaggio non ne avrebbe fatti.
Gli spiegammo che i faticosi esercizi che lo impegnavano gli sarebbero serviti per migliorare il modo parlare, per imparare nuove parole; gli dicemmo che lui aveva bisogno di un aiuto in questo e che  altri bambini potevano avere difficoltà diverse: ad esempio sua sorella aveva iniziato a camminare molto più tardi di lui.
La domanda vera, chiara: "Mamma cos'è la dislessia? Io sono dislessico?" l'ha posta a pochi mesi dall'inizio della terza elementare, di mattina, in macchina, mentre lo accompagnavo a scuola.
Come spiegare con semplicità qualcosa di difficile?
Io ho usato questo raccontino molto semplice:
- Il nostro cervello è in grado di fare miliardi di collegamenti. Alcune zone si occupano di interpretare quello che vediamo, udiamo, annusiamo, altre ci guidano nel compiere certi movimenti, grandi e piccoli, ad esempio  è il cervello che ci permette di ricordare in che ordine dobbiamo indossare i vestiti.
Però tutte le persone sono diverse tra loro e non esiste una unica strada per raggiungere un risultato.
Immagina il nostro cervello come fosse suddiviso in tanti cassetti, un cassetto per ogni cosa da fare, da imparare.
C'e il cassetto dell'alfabeto, pieno di letterine, vicino c'è quello che contiene le regole per mettere insieme le lettere e formare parole, frasi, proprio sotto c'e il cassetto della scrittura, con tutte le regole per pescare i segni giusti e abbinarli, poi c'è quello dei numeri e così via, cassetti per ogni cosa della nostra vita, per allacciarsi le scarpe, fare le scale, correre e tutto ciò che ti viene in mente. E si riempiono sempre più mano a mano che diventiamo grandi.
Quando i tuoi compagni devono leggere, scrivere, fare i compiti di matematica vanno ad aprire il cassetto giusto dove c'è scritto LETTURA, NUMERI, sanno già dove andare a cercare ciò che gli serve ed è tutto lì comodo, così eseguono gli esercizi in fretta.
Ma poiché tutti siamo diversi succede che nel tuo cassetto della lettura,  e così in quello dei numeri, ci siano poche lettere, pochi numeri, che tutto sia andato a finire da un'altra parte; così hai dovuto imparare ad andare a cercare in un altri cassetti, solo che per arrivarci  compi un giro più lungo e quindi  impieghi più tempo dei tuoi amici a leggere, scrivere, contare, inoltre dovendo percorrere una strada maggiore e certe volte in salita come se tu fossi in montagna, ti senti stanco.
La cosa  bella è che nel dover trovare una nuova strada il tuo cervello ha fatto delle scoperte che ti hanno arricchito ed ancora più importante è che la tua mente ha alcuni cassetti belli grandi e molto particolari con su scritto FANTASIA, DISEGNO, infatti sei capace di disegnare molto bene e di inventare fantastiche storie  e con il tempo chissà quanti altri nuovi spazi aggiungerai alla tua mente.
Solo che la scuola dà il voto a poche delle nostre capacità, leggere, scrivere, ripetere e quindi molte delle tue qualità non vengono evidenziate, ma questo non vuol dire siano meno importanti. -

Ogni bambino è diverso e per ognuno noi genitori troviamo un modo differente di spiegare.
L'importante è non esitare nel parlare a nostro figlio dei suoi problemi, nel dirgli che ha un disturbo di apprendimento, perché io credo che solo ottenendo delle spiegazioni possano affrontare le difficoltà che li attendono.

4 commenti:

  1. Ciao Mariagrazia,
    l'immagine che hai usato per spiegare ad Andrea che cos'è la dislessia è davvero molto bello e per alcuni versi molto poetico. Lo stampo subito e lo leggo a Matilde. Noi abbiamo usato un'immagine molto cara a nostra figlia e cioè quella del pc. Lei adora il pc ( degna figlia di suo padre) e così ci è venuto in mente di spiegarle che il suo cervello è come un pc che per funzionare efficacemente ha bisogno di un sistema operativo fatto apposta per lui così come il cervello dei suoi compagni ha bisogno di sistemi operativi diversi.
    Purtroppo la scuola ha acquistato un unico sistema operativo e creca di farlo funzionare per tutti i "pc" e questo non è possibile, nel senso che per alcuni bambini va bene ma per altri no. Ecco perchè a scuola lei usa metodi diversi e strategie diverse. Sono i nostri personali programmi.
    Un po' semplicistica come immagine forse ma Matilde è soddisfatta.

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  2. Anche questa è una bellissima storia, in ogni caso oggi sono un po' scoraggiata perché Andrea con le scomposizioni di numeri con milioni e miliardi da fare a casa è andato in tilt cominciando a dirsi che ha un cervello minuscolo, come fa sempre quando è in difficoltà. Il fatto è che gli riesce difficile accettare di essere costretto ad andare ad cercare in "altri cassetti". Quest'anno dovremo lavorare tanto anche su questo, perché il suo più grande desiderio è di non averli quei problemi, come mi ha detto giorni fa.
    ciao

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  3. Matilde invece ieri mattina mentre andavamo a scuola mi ha detto: " Certo, se avessimo scoperto la mia dislessia in prima elementare avrei fatto un bel po' di fatica in meno!".
    A noi sembra che abbia abbastanza accettato la situazione.
    Non so quale sia la strada giusta da seguire, anche perchè come dicevi tu ogni bambino è diverso, ma io credo fermamente che parlare di tutto questo in positivo, sottilineando sempre ciò che la dislessia aggiunge e non quello che la dislessia toglie sia una carta da giocare, sempre.

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  4. Infatti oggi gli ho fatto un discorsetto del genere, ma lui è tanto orgoglioso, comunque il sapere che tante persone celebri erano dislessiche aiuta il suo morale.
    Ciao e grazie

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